Outsourcing bancario: come orientarsi per non correre rischi

BPO | 13, nov 2020

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L’outsourcing bancario, soprattutto per far fronte a un aumento esponenziale di richieste come quello che si è registrato nel periodo del lockdown, può rappresentare la migliore soluzione per gli istituti di credito.

Anche oggi la scelta dell’outsourcing bancario si configura come una modalità che, al di là dell’emergenza, contribuisce a efficientare i processi, a ottimizzare le risorse e ad avere un piano di continuità operativa. Questo vale sia per le banche online, la cui struttura organizzativa ha dovuto fare i conti nei mesi scorsi con picchi anomali di accessi ai servizi, sia per gli istituti tradizionali, chiamati a rivedere le attività consuete in presenza.

In entrambi i casi, l’outsourcing bancario è una risposta la cui efficacia è connessa alla selezione di un partner che possa offrire competenze verticali tecnologiche e di settore. Competenze che, ovviamente, devono poggiare sul possesso oggettivo dei requisiti previsti dalla normativa in materia stabilita dall’EBA (European Banking Authority).

Le attività principali dell'outsourcing bancario

Non vi è dubbio che l’outsourcing bancario, analogamente all’esternalizzazione in altri settori economici, possa portare benefici dal punto di vista della razionalizzazione dei costi e dell’incremento di produttività. L’unico rischio, semmai, è quello di affidarsi a un outsourcer che non siano in grado di rispondere al fabbisogno dell’outsourcee in maniera pienamente soddisfacente. Per questo, la prima verifica da fare riguarda l’insieme delle attività su cui l’azienda incaricata dimostra di avere esperienze documentabili.

All’interno di queste attività dovrebbero essere comprese almeno le seguenti:

  • gestione contratti conti corrente;
  • gestione contratti carte di credito;
  • gestione mutui e prestiti al consumo;
  • prodotti assicurativi;
  • cessione del quinto;
  • gestione di portafogli conformi al regolamento MiFID II;
  • attività di due diligence che utilizzi il protocollo KYC (know Your Customer);
  • gestione del patrimonio tramite i fondi comuni di investimento;
  • contact center.

L’elenco è puramente indicativo, ma serve per orientarsi nell’individuare il partner giusto nell’outsourcing bancario.

I requisiti e le certificazioni dell'outsourcer bancario

Un’altra verifica preliminare che è opportuno svolgere, prima di avviare un outsourcing bancario, è quella inerente alle certificazioni dell’outsourcer. In particolare, vista la natura critica delle informazioni da gestire, tali certificazioni, relative al Sistema di Gestione per la conduzione dei processi aziendali, costituiscono idonea garanzia dell’adozione di elevati protocolli di sicurezza. L’ISO/IEC 27001 è lo standard internazionale di riferimento al quale infrastrutture, processi e servizi dovrebbero attenersi.

Stesso discorso vale per la compliance in materia di protezione dei dati personali che oggi ha nel regolamento europeo GDPR (General Data Protection Regulation) la sua fonte normativa essenziale. Il rispetto di questi requisiti presuppone un insieme di procedure e una dotazione infrastrutturale resiliente, costituta per esempio da data center proprietari che assicurino politiche di Business Continuity e Disaster Recovery all’altezza di Banking & Finance. Inoltre, le sicurezze in campo cyber sono oggi un aspetto da non sottovalutare, anche alla luce dei numerosi attacchi che stanno mettendo a dura prova gli istituti di credito a livello internazionale. A tutto questo va aggiunto il ricorso a un capitale umano che abbia skill analoghe a quelle di chi opera nel back office o nel front office di una banca.

Non solo tecnologia, l'importanza del capitale umano

Quest’ultimo elemento, cioè la competenza delle risorse umane coinvolte nell’ambito dell’outsourcing bancario, è un ulteriore tassello di cui è necessario tenere conto. Le esperienze di esternalizzazione in altri segmenti di mercato si sono dimostrate talvolta deficitarie quando le persone impiegate dall’outsourcer non erano state adeguatamente formate o non possedevano professionalità in linea con il tipo di mansione da coprire. Una carenza che, a motivo della complessità di un settore come quello creditizio, sarebbe impossibile da sostenere nell’outsourcing bancario. Quindi, oltre alle tecnologie adottate, alle certificazioni inerenti, al livello di innovazione comprovata nelle soluzioni proposte, il partner identificato dall’istituto di credito deve mettere a disposizione collaboratori qualificati. Sia che intervenga nella fase di pre-delibera dei finanziamenti, nel caricamento delle operazioni, nei processi di posta disguidata o, complessivamente, nel supporto alla clientela, il personale incaricato deve fare in modo che l’outsourcing bancario diventi un’occasione di maggiore efficienza e di risparmio per l’istituto.

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